ჯ Capitolo Secondo ჯ
o della teoria migratoria in branchi dei rompiballe
Non avevano fatto che pochi passi, il nano e il gallo, che qualcuno (o per meglio dire, qualcun altro) giunse a importunarli. Erano in due. Uno dei due interessò subito sia Gunter che Hahn (questo il nome del bisbetico gallo gigante). Aveva gli occhi spaiati, uno giallastro e uno glacialmente azzurro. Il nano pensò che era un soggetto niente male. Lo stava osservando già da un po', tutto intento a studiarne i lineamenti, quando l'altro, che sembrava essere suo compagno, gli rivolse la parola.
«Hey tu! Salve, è tua la nave?»
«Oh, salve buonuomo, non l'avevo notata! Ma non sapete che la buona creanza ci impone prima di tutto di presentarci, dopodiché potrò rispondere a tutte le sue domande, così come si conviene a persone civile come me e, sono più che certo di questo, anche lei. Perciò, bando alle ciance! Visto che non lo ha fatto prima lei, mi presento io: sono Gunter Karl Hoffman von Tiefenberg. Ne scelga uno e lo usi più a suo piacimento. Ma visto che mi sono presentato per primo, ho diritto ad una domanda! Il piccione che si porta dietro, quell'interessantissimo soggetto con gli occhi bicromi che, come si sarà avveduto, sto osservando da un po'...beh, mi dica: sarebbe disposto a separarsene? Mi risponda, e io risponderò alla sua domanda.»
Poche cose sono certe nella vita. Ma su una, in quel momento, non c'era dubbio: il nano non trovava affatto simpatico che ben due esseri umani di scarso interesse si frapponessero tra lui e una sana sbornia con sveltina annessa. Proprio per niente. E lo si capiva bene dalla parlantina che aveva preso: un'arma, per così dire, sviluppata in anni di allenamento, e che compensava la sua generale incapacità di difendersi fisicamente.
"Confondili e distruggili", soleva dire il Folletto. Ad ogni modo, essendo il suo pubblico composto per la maggior parte dal suo gallo, difficilmente riceva grande plauso per questa massima di certo validissima.
Aspettando la risposta, Gunter lanciò un'occhiata dal basso verso l'alto (l'unico tipo di cui era capace) notando che, cosa assai curiosa, anche l'umano aveva gli occhi discordanti, esattamente come il volatile. Si chiese se non ci fosse una qualche connessione. Non ne trovò, e continuò a fissare lo sconosciuto, ghignando tra sé e sé.
Edited by Procyon Lotor - 2/5/2011, 19:35