Amichevoli rivalità, II

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view post Posted on 15/1/2012, 13:58
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La Bisbetica Indomita

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Il giorno dell'inaugurazione dell monorotaia venne per sempre ricordato come il giorno dell'evento che venne rovinato da da un'altro stramaledetto cadavere. O al meno tutti i dipendenti addetti alla monorotaia lo ricorderanno così visto che tutta la linea venne bloccata da un intero plotone di guardie reali intente ad indagare sull'ennesimo omicidio dell'artista più squilibrato di Steam Town.
Questa volta il panico era scoppiato nel bel mezzo del giro inaugurale, quando un uomo aveva per caso urtato una fanciulla che si era rivelata essere una salma perfettamente conservate.
Goldy era già sul posto, ad esaminare il corpo insieme ad altri agenti...
 
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*Aurora94*
view post Posted on 4/2/2012, 13:37




Jeremiah fece la sua comparsa sulla scena con la sua abituale baldanza, sebbene il suo aspetto non fosse quello raggiante di sempre. Sembrava essersi vestito alla svelta, fin troppo alla svelta. I capelli erano stati a malapena spazzolati e occhiaie causate dalla mancanza di sonno gli appesantivano gli occhi. Si era dato fin troppo da fare negli ultimi tempi, ma non riusciva a pensare ad altro che alla ricerca di indizi. Non appena cercava di adagiare la testa sul guanciale e abbandonarsi al sonno, l'angoscia gli attanagliava il petto; chiudendo gli occhi non riusciva a vedere altro che i corpi smembrati di giovani donne, figure mascherate che si aggiravano nei vicoli bui brandendo accette insanguinate, immagini insistenti che lo deridevano e non lo abbandonavano nemmeno quando finalmente rinunciava al riposo e decideva di alzarsi dal letto.
<Alla buon'ora.> sbottò Leonard vedendolo. Jeremy mantenne volutamente alto lo sguardo, se mostrarsi arrogante -come sempre del resto- poteva compromettere la sua situazione, mostrarsi stanco poteva rivelarsi una scelta ancora peggiore. <Oh, buongiorno a voi Capitano. Come state?> l'uomo stese il braccio per indicare il fondo del vagone, dove si era raccolto l'abituale gruppetto di miliziani, giornalisti e immancabili curiosi che sarebbero stati presto allontanati senza troppe cerimonie. il Pifferaio si allontanò in quella direzione, facendo ben attenzione a non incrociare lo sguardo del grosso lupo corazzato seduto al fianco del Capitano.
Alla vista di Goldie, Jeremiah fu scosso da un fremito di irritazione <E tu cosa ci fai qui?> un'uscita davvero infelice, ma non era riuscito a trattenersi. Alcuni miliziani allontanarono tutti i non addetti alle indagini, e Jeremy potè finalmente vedere di cosa si trattava.
Una giovane donna ben vestita era comodamente seduta su uno dei sedili imbottiti del vagone di prima classe. Ad un osservatore distratto la scena sarebbe potuta sembrare del tutto normale, in realtà gli splendidi occhi verde smeraldo persi nel vuoto erano fatti di vetro, e sotto un il velo di cipria erano visibili sottili punti di sutura.
La donna era il risultato di una magistrale opera di tassidermia.
"Straordinario" pensò Jeremiah, nuovamente deliziato di fonte al genio malato del proprio avversario.
<Perbacco, questa si che è una bella gatta da pelare.> riconoscendo la voce del becchino, il Pifferaio alzò lo sguardo. <Raphael, sempre puntuale vedo.>
<Dovunque il lavoro mi porti, signore.> l'uomo si portò una mano al cilindro e accennò a un piccolo inchino.
Jeremiah sorrise. <Immagino che sarà difficile far distendere questa signorina per farla entrare in una bara...>
<...Oh non temete, ho visto di peggio...> il necroforo allungò una mano verso il cadavere, Jeremy stata per far presente che non avevano ancora finito di esaminarlo ma non appena la mano di Raphael toccò la spalla della giovane deceduta, quel minimo movimento fece scattare un meccanismo nascosto all'interno del corpo imbalsamato.
La bocca del cadavere si spalancò. E si spalancò. E si spalancò, finchè la testa non risultò praticamente aperta in due. Dall'oscurità della gola della ragazza scaturì una melodia dapprima appena accennata, poi sempre più chiara e distinta. Un suono dolce e incalzante, come di un allegro carillon. Insieme ad esso, si fece via via più udibile il suono non meglio distinto di voci femminili urlanti.
Sul momento i presenti non poterono fare altro che rimanere pietrificati lì dov'erano, in ascolto. Poi qualcuno, particoalrmente scosso, abbandonò il vagone; gli altri una volta ripresi dallo sconcerto iniziarono a mormorare.
Jeremy era ancora chino sul cadavere, gli occhi spalancati, tremava vistosamente.
Quella musica. Come poteva saperlo? Quella musica era la medesima che accompagnava il movimento del carosello che aveva fatto installare nella grande sala da ballo. In casa sua.
<Non può essere.> sibilò. <Non può essere!> il cuore prese a galoppare mentre il respiro si faceva affannoso e irregolare.
<SEI STATO IN CASA MIA, SCHIFOSO MACELLAIO?!> Si portò le mani alla fronte in preda all'isteria. Allertati dalle urla del loro padrone, alcuni topolini irrequieti fecero capolino dai loro nascondigli e zampettarono sugli schienali delle poltrone...
<QUANDO I MIEI TOPI TI SARANNO ADDOSSO TE NE PENTIRAI AMARAMENTE ABBIETTO FIGLIO DI UNA...>
La mano del Capitano lo agguantò per il colletto e lo fece voltare a forza, nonostante sembrasse che la crisi di nervi gli avesse restituito di colpo tutte le energie, Jeremy era praticamente inerme nelle mani di quell'uomo possente.
<Ora mi hai davvero stancato smilzo.>
<Come vi permettete?! Toglietemi le mani di dosso!>
<Sei ufficialmente sollevato dall'incarico fino a nuovo ordine.>
<Come dite?! VOI NON POTETE!>
<Eccome se posso. E per diverse buone ragioni.>
<Ve ne pentirete! Solo io posso risolvere questa faccenda!> mentre protestava, il Pifferaio continuava a dibattersi per sfuggire alla presa d'acciaio del Capitano Leonard.
<Davvero? Ma guardati.> inavvertitamente lo lasciò andare, Jeremy cadde a terra, sbigottito.
<Hai ampiamente dimostrato di non essere all'altezza.> rincarò la dose l'altro.
Jeremy constatò con sommo orrore che tutti i presenti lo stavano fissando, salvo Raphael che stava richiudendo la bocca del cadavere, ignorando volutamente quello che stava accadendo a un passo da lui. Il pifferaio gli fu infinitamente grato.
Si rialzò, nel farlo parve aver perduto tutta la grazia che aveva accompagnato i suoi movimenti fino a quel momento. Senza proferir parola, si avviò a passo sostenuto verso l'uscita del vagone.
 
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